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Guerra in Ucraina: cosa succede nel settore automobilistico? Come si inserisce il noleggio a lungo termine in questo scenario?

I costruttori di auto hanno dovuto fermare la produzione per la mancanza di componenti provenienti da fornitori che hanno le fabbriche sul territorio ucraino, soprattutto per la fornitura dei sistemi di cablaggio delle vetture.

Se prima della guerra si prevedeva che la carenza di semiconduttori avrebbe avuto conseguenze fino al 2023, ora che la Russia ha invaso l’ Ucraina la situazione è diventata più complessa.

Le case automobilistiche, già colpite dalla pandemia e poi dalla crisi dei chip, vedono peggiorare la situazione perché i fornitori potrebbero impiegare mesi prima della produzione della componentistica necessaria.

Come si inserisce il noleggio a lungo termine in questo scenario?

Grazie a un modello di business di successo, il noleggio a lungo termine garantisce la disponibilità di automobili in qualsiasi momento. Il nostro cliente infatti, non resta mai a piedi perché ha la possibilità di usufruire di un’auto in preassegnazione mentre attende la vettura che ha scelto e ordinato.

La formula del noleggio a lungo termine è in grado di rispondere alle esigenze di questo momento storico, in cui la flessibilità e la gestione del cambiamento diventano due fattori chiave. Il settore è sempre più apprezzato proprio perché fornisce una soluzione flessibile rispetto a quella classica e sdoganata dell’acquisto di un’automobile.

Ma cosa sta succedendo intanto alle più importanti case automobilistiche?

Mercedes non bloccherà la produzione ma la ridurrà in alcuni siti per la mancanza di reperibilità dei componenti. Intanto la casa automobilistica, ha annunciato che sta cercando siti di produzione alternativi per le parti che venivano prodotte in Ucraina.

BMW invece ha bloccato la produzione in Germania negli stabilimenti di Monaco e Dingolfing e in Inghilterra nello stabilimento Mini di Oxford. Porsche interromperà la produzione nel suo stabilimento di Lipsia in Germania a causa di problemi alla catena di approvvigionamento derivati dal conflitto in Ucraina. Anche Volkswagen ha messo in pausa alcuni dei suoi più importanti stabilimenti di produzione in Germania e in Polonia.

A ciò si aggiunge il fatto che molte case automobilistiche stanno interrompendo la produzione anche in Russia, a causa della mancanza di forniture per l’assemblaggio e per la difficoltà nel sistema dei pagamenti, che obbliga molti marchi a sospendere la vendita di vetture in territorio russo.

La Toyota ha deciso di fermare la produzione di auto nello stabilimento di San Pietroburgo dove vengono assemblati ogni anno circa 100.000 veicoli e ci lavorano 2.000 persone. Anche Hyundai – gruppo leader per le vendite in Russia – ha fermato il suo stabilimento di San Pietroburgo. Volvo è stata tra le prime case automobilistiche a bloccare la produzione in Russia. Stellantis aveva in programma un’espansione nello stabilimento di Kaluga in Russia, per la produzione di mezzi commerciali ma sta valutando un’alternativa. Renault, il principale gruppo europeo in Russia – con la controllata AvtoVaz e il brand Lada – ha bloccato la produzione presso lo stabilimento di Samara, a causa della carenza di componenti ma anche per le sanzioni imposte.

Quello che accadrà nei prossimi giorni è incerto ma senza dubbio l’impatto della produzione sul settore automotive, sarà significativo in Russia e nel mondo intero.

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