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Elezioni: cosa promette il “Governo Meloni” sul futuro di auto e mobilità

“No” al tutto elettrico e più Trasporto pubblico sono il cuore del programma di FdI e centrodestra: le proposte dei vincitori

Il risultato delle elezioni non riserva grandissime sorprese. Anzi, racconta essenzialmente di una vittoria, quella di Fratelli d’Italia e in particolare di Giorgia Meloni, ampiamente annunciata dai sondaggi. E così, tutti si chiedono ora come verrà disegnato il Paese nei prossimi anni.

Tutela degli interessi nazionali nella discussione dei dossier legislativi europei, anche alla luce dei cambiamenti avvenuti nel contesto internazionale, con particolare riferimento alla transizione ecologica“: questo è quello che si legge nella prima pagina dell’Accordo quadro di programma per un Governo di centrodestra. Cosa significa? Probabilmente che la transizione green, almeno nelle sue “vesti elettrificate”, subirà un deciso stop. Anche a fronte delle dichiarazioni di Matteo Salvini, leader di una Lega che non è riuscita a superare il 10% ma che resta saldamente ancorata al successo di Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni (con oltre il 26% dei voti), che solo pochi giorni fa giudicava l’elettrificazione “una folle ideologia industriale” e “un favore alle multinazionali e alla Cina“.

LE INFRASTRUTTURE

Non parliamo di infrastrutture di ricarica, ma di grandi opere, per lo più, con anche riferimento alla competitività dell’Italia (secondo la coalizione diretta conseguenza della realizzazione del ponte sullo Stretto). Ecco cosa dice il programma:

  • Pieno utilizzo delle risorse del PNRR, colmando gli attuali ritardi di attuazione
  • Accordo con la Commissione europea, così come previsto dai Regolamenti europei, per la revisione del PNRR in funzione delle mutate condizioni, necessità e priorità

Proprio dal PNRR arrivano i fondi del bonus per l’acquisto di auto a basse emissioni, ma non c’è riferimento specifico a questo sostegno. È ipotizzabile che permanga, dato che il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti (Lega) poche settimane fa aveva spinto in favore del loro mantenimento.

  • Efficientamento dell’utilizzo dei fondi europei con riferimento all’aumento dei costi dell’energia e delle materie prime

Un grande nodo da sciogliere per il Governo sarà proprio la crisi energetica, di cui abbiamo più volte parlato, e che potrebbe portare nei prossimi mesi a chiusure e razionamenti.

  • Rendere l’Italia competitiva con gli altri Stati europei attraverso l’ammodernamento della rete infrastrutturale e la realizzazione delle grandi opere. Potenziamento della rete dell’alta velocità per collegare tutto il territorio nazionale dal Nord alla Sicilia, realizzando il ponte sullo Stretto

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L’AUTOSUFFICIENZA ENERGETICA

Come abbiamo detto, quella dell’autosufficienza energetica, anche in ottica di risparmio per i cittadini sul caro energia e costo delle bollette e sopravvivenza delle industrie energivore per molte delle quali la chiusura sembra annunciata. Ecco come il centrodestra sembra prepararsi a questa sfida:

  • Transizione energetica sostenibile
  • Aumento della produzione dell’energia rinnovabile
  • Diversificazione degli approvvigionamenti energetici e realizzazione di un piano per l’autosufficienza energetica
  • Pieno utilizzo delle risorse nazionali, anche attraverso la riattivazione e nuova realizzazione di pozzi di gas naturale in un’ottica di utilizzo sostenibile delle fonti
  • Promozione dell’efficientamento energetico
  • Sostegno alle politiche di price-cap a livello europeo

Per politica di price-cap si intende la regolazione dei prezzi dei servizi pubblici (in questo caso al prezzo del gas che dall’inizio del conflitto tra Russia e Ucraina è volato alle stelle) volto a vincolare il tasso di crescita di un aggregato di prezzi o tariffe.

  • Ricorso alla produzione energetica attraverso la creazione di impianti di ultima generazione senza veti e preconcetti, valutando anche il ricorso al nucleare pulito e sicuro

AMBIENTE E TRASPORTO URBANO

Politiche ambientali, sembrerebbe, più concentrate sul mantenimento dello status quo che sul progresso green. In quest’ottica la coalizione di centrodestra si prefigge di rispettare gli impegni internazionali assunti dall’Italia per contrastare i cambiamenti climatici.

Da un punto di vista di mobilità, l’idea è quella di puntare su TPL mobilità urbana sostenibile, senza però, per ora, identificare reali azioni in tal senso.

  • Definizione ed attuazione del piano strategico nazionale di economia circolare in grado di ridurre il consumo delle risorse naturali, aumentare il livello qualitativo e quantitativo del riciclo dei rifiuti, ridurre i conferimenti in discarica, trasformare il rifiuto in energia rinnovabile attraverso la realizzazione di impianti innovativi e sostenibili
  • Incentivare l’utilizzo del trasporto pubblico e promuovere e favorire politiche di mobilità urbana sostenibile

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L’auto secondo FdI

Il faro da seguire, secondo Fratelli d’Italia, è la “neutralità tecnologica”, perché – ha spiegato Nicola Procaccini, eurodeputato e responsabile del dipartimento Ambiente ed Energia del partito – un “adeguato futuro della mobilità passa per maggiore equilibrio e gradualità nell’adozione di misure per combattere i cambiamenti climatici”.

Non solo elettrico, dunque, ma anche idrogeno e biocarburanti tra i sistemi di alimentazione di domani, per non correre il rischio paventato “di ridurci a dipendere totalmente da Paesi, come la Cina, che hanno quasi il monopolio dei materiali e dei componenti per produrre e far funzionare le macchine elettriche, dalle batterie ai microchip”.

Solo seguendo questa strada, sostiene il partito di Giorgia Meloni, si potranno tutelare le migliaia di lavoratori del settore, che occupa “300.000 addetti” e vale il “6,2% del Pil”. Procaccini non usa infatti mezzi termini per definire la decisione dell’Europa di fermare le vendite di motori a combustione dal 2035: “un clamoroso autogol”, a suo avviso.

“I recenti incentivi all’acquisto – ha insistito – vedono uno sbilanciamento a favore di auto elettriche ed ibride, le quali però, come dimostrano i dati, non sono tra le più richieste dagli italiani e quindi non spingono la ripresa. Riteniamo importante programmare un riequilibrio a favore di tutto il parco auto”.

Ma se FdI è per il “no” al tutto elettrico, i progetti sulle vetture a batteria comunque non mancano: “Per una diffusione più capillare delle colonnine per la ricarica di veicoli elettrici, bisogna invece favorirne le installazioni private all’interno di condomini residenziali, uffici e singole abitazioni. Ma questa ed altre strategie producono risultati reali solo se sono coordinate e attuate all’interno di una pianificazione chiara e coerente rispetto agli obiettivi”.

I piani di FI

Una programmazione che dovrà passare anche attraverso il confronto con gli alleati, uniti nella lotta per la sopravvivenza delle auto termiche: “Il settore automotive vive un momento complesso e di pressione crescente – ha ricordato Alessandro Cattaneo, responsabile dei Dipartimenti di Forza Italia –. Bisogna affrontare il tema dell’impatto ambientale dei trasporti con un atteggiamento non ideologico, che guardi alla riduzione delle emissioni di CO2 tenendo anche conto della sostenibilità industriale e produttiva del Paese”.

Ecco perché il partito propone un “piano industriale per il rilancio di tutta la filiera, dalla componentistica alla produzione dei veicoli”, che “passa attraverso diverse fasi”: si va “dall’ampliamento del portafoglio tecnologico” alla “riconversione di molte aziende”.

Lega e Tpl

Anche la Lega si dice pronta a partire. L’idea, svelata da Alessandro Morelli, viceministro alle Infrastrutture e alla Mobilità sostenibili, è di “ricomprendere nel ‘credito d’imposta per la formazione 4.0’ anche l’area relativa alle tecniche e tecnologie della mobilità elettrica, per accompagnare i lavoratori del settore nell’acquisizione delle nuove competenze richieste dalla filiera dell’e-mobility”.

Il Carroccio spera poi di favorire le colonnine di ricarica nei nuovi edifici, ma ha anche lanciato l’allarme: “Puntare esclusivamente sull’elettrico significa, da una parte, mandare in fumo migliaia di posti di lavoro, dall’altra legarsi mani e piedi alla dittatura comunista cinese, opzione pericolosa e distonica rispetto al posizionamento nel quadro Occidentale”. Un concetto ribadito anche a pochi giorni dalle elezioni dal leader del Carroccio Matteo Salvini, pronto a lanciare un referendum contro lo stop a benzina e diesel.

Altra idea è di estendere il bonus trasporti agli spostamenti regionali e interregionali. Nell’Accordo quadro per un Governo di centrodestra si parla infatti di “incentivare l’utilizzo del Tpl e promuovere e favorire politiche di mobilità urbana sostenibile”. La rotta è tracciata, ora va solo seguita.

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